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PAGINA LETTERARIA
Perché ci mangiamo le unghie ?!?
Una domanda che molte persone si pongono è: perché ci mangiamo le unghie?
Le origini del problema
Le ragioni di un tale comportamento sono da ricercarsi normalmente nel tenta-
tivo di
controllare
periodi di particolare
stress, ansia, forte nervosismo, rab-
bia
o grande
noia
ricorrendo ad una pratica già sperimentata con successo in
età infantile, cioè la soddisfazione orale, che nei primi mesi di vita è rappresen-
tata dalla suzione del seno materno (e del suo principale surrogato, il ciuccio).
Allora ci si attaccava al capezzolo della mamma per tranquillizzarsi, per conso-
larsi, per addormentarsi, ma anche per passare il tempo, oggi per compensare
la noia, per superare e/o controllare una situazione di disagio (comportamenti
differenti, ma per certi versi analoghi, sono per esempio il mettersi in bocca la
pipa, la sigaretta, una matita, una penna…).
Ma al contempo questa pratica denota anche una componente aggressiva
di
autolesionismo
che non deve essere sottovalutata ma tenuta presente in base
alla gravità: il
rosicchiarsi le unghie
equivale al mordere una matita, digrigna-
re i denti nel sonno, o masticare continuamente un chewing-gum. Per questa
ragione il consulto con uno psicoterapeuta può essere a volte molto importante,
per risolvere il problema e trovare la soluzione più adatta.
Le molte conseguenze negative del mangiarsi le unghie
Fra le immediate conseguenze di quest’abitudine malsana, oltre all’aspetto in-
dubbiamente sgradevole delle mani di chi ha il “vizio” di rosicchiarsi le unghie
(che è poi una delle principali ragioni per cui molti, in primis le donne, cercano
una cura o riescono a smettere, salvo poi sostituire questo gesto compulsivo
con un altro), vi è l’aumento delle probabilità di contrarre infezioni. Infatti, sot-
to le unghie si depositano innumerevoli germi che finiscono così per entrare
direttamente in contatto con la nostra bocca; inoltre, con le mani tocchiamo
qualsiasi cosa e stringiamo le mani di chi incontriamo senza sapere nulla
dell’altrui igiene personale.
Non a
caso l’onicofagia si manifesta di norma proprio nell’infanzia
e nono-
stante spesso sia il soggetto stesso a eliminare spontaneamente questo tipo di
comportamento nel momento in cui viene a mancare la causa scatenante del
malessere, in diversi casi, se non tenuta sotto controllo e curata adeguatamente,
può protrarsi fino all’età adulta. Per questa ragione è consigliabile individuarne
l’origine per far si che un comportamento onicofagico non si ripresenti di fron-
te a nuove situazioni potenzialmente molto stressanti e non arrivi a provocare
danni.